Il mio piccolo Eden


Siamo in autunno inoltrato, eppure, dopo un paio di giorni di pioggia, il cielo è limpido, non ci sono nuvole.

Nonostante la stagione, di fronte a me c'è il verde delle rigogliose colline umbre e, così, per un attimo riesco ad immaginare anche che sia primavera. Posso pensare ai fiori e ai loro colori, alla loro allegria... e il mio pensiero scivola fra i ricordi e arriva a quel gioiellino che è Capri. Ne ho già scritto. E, così, riprendo a parlare dei miei amori, quelli che fanno bene all'anima, che riempiono il cuore di gioia e fan dilatare le pupille. E rimango nel meraviglioso, contraddittorio, problematico Sud d'Italia che, nonostante le apparenze, amano in tanti: per la sua gente, i suoi colori, i suoi sapori, il suo calore, il suo ridente sole.

Capri è il mio Eden, un pezzettino del mio cuore è rimasto lì! Se l'è tenuto uno scenario mozzafiato di cui mi si è aperta la vista inaspettatamente: mentre gli occhi ridevano, come impazziti, fra i mille colori dei Giardini di Augusto, come a voler catturare, indelebilmente, ogni angolo, ogni particolare di quel paradiso terrestre e le narici tentavano, al contempo, di trattenere e distinguere i profumi di tutti quei fiori, le gambe vagavano a passi lenti, procedendo dopo numerose pause, in cui roteavo intorno a me stessa per godere a 360° di ciò che mi stava intorno. Non mi interessavano le targhette color bronzo, ordinatamente accostate alle varie specie di fiori e piante presenti nel giardino: tutte le mie emozioni erano rapite dai colori, dagli odori, dai sensi: le specie botaniche potevano aspettare, tanto, quei nomi non li avrei ricordati, le emozioni, in me suscitate da quel posto, sì, quelle non le dimentico e non le dimenticherò! Quelle sono mie, nessuno può portarmele via! Sono di quella specie che non si trasformerà mai in un nostalgico ricordo: è la gioia che rimarrà tale nel tempo. Il mio piccolo Eden, perché così io chiamo quest'isola e questi giardini, è un susseguirsi di colpi di fulmine particolari: ciascuno non sostituisce il precedente, semplicemente si aggiunge ad esso.

Nella passeggiata caprese, giunte in funicolare da Marina Grande alla Piazzetta, camminammo a lungo fra le stradine costellate dalle vetrine dei negozi più prestigiosi, fra cui spiccano le gioiellerie che si alternano ai negozi di gioielli in corallo, gli stretti vicoli tipici dei borghi marinari, delimitati solo dalle bianche costruzioni dell'isola. Passate davanti all'illustre Hotel Quisitana, status symbol a Capri, ci inoltrammo lungo una strada lievemente in discesa senza sapere dove ci avrebbe condotto: perchè il "vagare mi è dolce in questo mare", perchè compro le guide e le cartine e, poi, le "studio" quando torno a casa, per rivivere i momenti del viaggio e, nel tempo, ricordarli! Quando sono in un posto in cui è difficile perdersi, io semplicemente vago! La guida, al massimo, la uso per rispondere agli interrogativi che via via mi pongo, ossia: "Questo cos'è?"!

E questo dolce vagare lo consiglio sempre, per riappropriarsi del tempo che fugge e ci sfugge. Siamo all'inizio della Via Krupp, proprio quella via definita "un'opera d'arte", caratteristica per il suo andamento a zig-zag, fatta costruire dall'industriale tedesco da cui prende nome agli inizi del '900 affinché potesse raggiungere Torre Saracena e Marina Piccola guardando il mare!
Per chi non voglia vagare preciso che dalla "Piazzetta", ossia Piazza Umberto I, si giunge qui percorrendo le vie Emanuele, F. Serena e Matteotti!

Sulla destra, un cancello aperto: è l'ingresso dei giardini. Quanto verde e quanti colori! Leggo sulla mia guida che sono stati realizzati negli anni '30 del secolo scorso per volere, anch'essi, di Friedrich Alfred Krupp. Entriamo ed iniziamo a percorrere le sue stradine, ad andamento curvilineo, delimitate e definite dal contorno delle aiuole curatissime. Eccole: una distesa di un perfetto prato inglese interrotta solo da cespugli di fiori: ce n'è sempre uno centrale e, poi, altri, disposti secondo vari disegni fra il centro e il bordo. Quest'ultimo è classico, in pietra o in mattoni, orlato di fiori. Le molteplici specie floreali rappresentano veramente tutti i colori della natura: semplici gerani di tutti i tipi, panciute dalie giallo ambra, cisti, ginestre, si uniscono a palme, pini, lecci, ginepri, cespugli di varie specie, forme e dimensioni e a piante rampicanti diffuse nel Sud Italia. Questo piccolo Eden, però, non è solo bello: Capri, infatti, è definita da alcuni il "Vivaio del Mediterraneo", perchè vi crescono circa 900 specie floreali rare: a livello botanico, ciò conferisce grande valore ai Giardini di Augusto.
Continuiamo a gironzolare ed ecco una vasca, in mattoni, piena d'acqua, posta in una posizione privilegiata del giardino, al centro dell'incrocio di vari percorsi: è la sede di una scultura assolutamente moderna, l'unina nota quasi stonata di questo luogo. Diverse, comunque, sono le statue, in stile neo-classico ospitate, oltre alla stele di Giacomo Manzù rappresentante Lenin, eretta in occasione della sua visita a Capri. In questo Eden, naturalmente, ci si può sedere: le panchine sono di un bel verde con targhetta in metallo imbrunito, ben tenute. La pavimentazione dei vialetti varia: lastre di cemento con giunti in cotto, mattoni di cotto disposti in fila o posati a spina di pesce.

Varie sono le targhette che indicano i nomi delle specie botaniche esposte, così come informazioni si trovano scritte in italiano e in inglese su caratteristici cartelli costituiti dalle tipiche piastrelle in ceramica dipinte a mano, con bordo nei classici colori capresi: giallo, verde e blu. Anche se affollato, il giardino è un posto tranquillo, ricordo silenzio, quiete e, infatti, riguardando le foto per rafforzare la memoria, ho rivisto una delle indicazioni che incitava, appunto, al silenzio, "sinonimo di civiltà".
Naturalmente non manca un ristorante affacciato sui giardini!

E poi "La terrazza"...

Sulla sinistra dell'ingresso un arco separa il giardino dalla grande terrazza con vista su: valle della Certosa, posta fra i Monti Tuoro, Tiberio e San Michele; i Faraglioni; il Monte Solaro; Marina Piccola; i caratteristici tornanti della via Krupp e, infine, le "case" di Capri.
Il panorama è il trionfo dell'azzurro, ma il verde non manca: affacciandosi, fra la vegetazione dell'isola spiccano i fichi d'india e tante specie di alberi capresi. I tronchi degli alberi, soprattutto in terrazza, esibiscono, indelebile, la traccia delle correnti che arrivano dal mare, presentandosi ondulati.

Detto questo, penso che la terrazza non abbia bisogno di molti altri commenti: vi racconto, però, una sua piccola zona, quella più sporgente, originata dalla sua forma irregolare, conseguente all'andamento della roccia sottostante: posta a ridosso della roccia, ospita una panchina, una sola e se fossero due non sarebbe la stessa cosa! Quella panchina ha davanti l'infinito! Secondo me, è la panchina più fotografata che ci sia...e la sua immagine è un quadro veramente perfetto!

by indacoblu2

Commenti

Valentina ha detto…
veramente poetica..complimenti! ;)
indacoblu2 ha detto…
Grazie mille, macchy! :-)