Da Jodhpur, Rajastan, per intenderci, l'India dei Maharajà, autobus per Bikaner.
Una lunga notte trascorsa quasi per intero, comodamente sdraiati: il pullman, di prima classe, corrispondente, se esistesse, a una terza-quarta italiana, era tutto per noi, solo noi e l'autista! Questo perchè i turisti che si spingono fino a Bikaner sono davvero pochi e le persone del luogo riempiono altro genere di autobus, ovviamente stracolmi, con gente aggrappata ai finestrini e appollaiata sul tetto.
Arriviamo a Bikaner, città alle porte del deserto del Thar, un tempo importante crocevia sulle rotte carovaniere dellAsia, e ci immergiamo in un caotico e non particolarmente colorato mercato.
La meta è il Karniji Mata Temple, luogo di culto dove vivono migliaia di topi.
Ridiamo per il buffissimo apecar, addobbato in modo kitchiosissimo, decorazioni coloratissime e tendine di pizzo rosa, che ci conduce verso Deshnok, minuscolo paese a 25 km da Bikaner.
Un nastro d'asfalto che si snoda in mezzo al nulla, su un terreno arido, completamente piatto ... chissà perchè, nonostante la visibilità totale, l'autista, un giovane ragazzo dall'aspetto compunto, suoni il clacson ad ogni lieve curvatura, sebbene non si incontri nessun mezzo e la benchè minima forma di vita: una delle tante storie strane a cui non riesci a dare risposta.
Ed ecco il Tempio dei topi sacri.
L' edificio ha marmi bianchi finemente cesellati e una grande porta d'argento che immette in un ampio patio brulicate di topi che attraversiamo senza scarpe cercando di scansarli e, nonostante io abbia una forte repulsione per questi orribili animaletti, sono assolutamente tranquilla: la sacralità prevale su ogni pensiero.
Numerose le famiglie che offrono loro cibo.
Attraversato l'ampio patio giungiamo al tempio dove è posta la statua della dea Karni Mata: tanti i topi sul bordo della grande ciotola piena di latte ed altre offerte cibarie, posta davanti alla dea..
La leggenda narra che se si è toccati d un topo, la fortuna ti accompagnerà nella vita io, neanche a dirsi, neppure sfiorata. Non me ne dispiaccio, però!
Nella religione induista il topo rappresenta uno stato di passaggio temporaneo che segue la morte, i devoti credono quindi di incontrare qui i propri cari da breve scomparsi.
Nel caso decideste di andare ricordate che nei tempi induisti è necessario entrare scalzi e, qui più che altrove, è bene portare con sè un paio di calzini!
Una lunga notte trascorsa quasi per intero, comodamente sdraiati: il pullman, di prima classe, corrispondente, se esistesse, a una terza-quarta italiana, era tutto per noi, solo noi e l'autista! Questo perchè i turisti che si spingono fino a Bikaner sono davvero pochi e le persone del luogo riempiono altro genere di autobus, ovviamente stracolmi, con gente aggrappata ai finestrini e appollaiata sul tetto.
Arriviamo a Bikaner, città alle porte del deserto del Thar, un tempo importante crocevia sulle rotte carovaniere dellAsia, e ci immergiamo in un caotico e non particolarmente colorato mercato.
La meta è il Karniji Mata Temple, luogo di culto dove vivono migliaia di topi.
Ridiamo per il buffissimo apecar, addobbato in modo kitchiosissimo, decorazioni coloratissime e tendine di pizzo rosa, che ci conduce verso Deshnok, minuscolo paese a 25 km da Bikaner.
Un nastro d'asfalto che si snoda in mezzo al nulla, su un terreno arido, completamente piatto ... chissà perchè, nonostante la visibilità totale, l'autista, un giovane ragazzo dall'aspetto compunto, suoni il clacson ad ogni lieve curvatura, sebbene non si incontri nessun mezzo e la benchè minima forma di vita: una delle tante storie strane a cui non riesci a dare risposta.
Ed ecco il Tempio dei topi sacri.
L' edificio ha marmi bianchi finemente cesellati e una grande porta d'argento che immette in un ampio patio brulicate di topi che attraversiamo senza scarpe cercando di scansarli e, nonostante io abbia una forte repulsione per questi orribili animaletti, sono assolutamente tranquilla: la sacralità prevale su ogni pensiero.
Numerose le famiglie che offrono loro cibo.
Attraversato l'ampio patio giungiamo al tempio dove è posta la statua della dea Karni Mata: tanti i topi sul bordo della grande ciotola piena di latte ed altre offerte cibarie, posta davanti alla dea..
La leggenda narra che se si è toccati d un topo, la fortuna ti accompagnerà nella vita io, neanche a dirsi, neppure sfiorata. Non me ne dispiaccio, però!
Nella religione induista il topo rappresenta uno stato di passaggio temporaneo che segue la morte, i devoti credono quindi di incontrare qui i propri cari da breve scomparsi.
Nel caso decideste di andare ricordate che nei tempi induisti è necessario entrare scalzi e, qui più che altrove, è bene portare con sè un paio di calzini!
by antiguaa
Commenti